Cari lettori,
l’estate è quasi finita e io da un un po’ ho ripreso a studiare sui miei “cari” libri universitari, che tanto mi fanno penare ma che anche tanto mi fanno crescere e sperare nell’ambito titolo che mi permetterà di continuare il percorso per diventare psicologa. Sul perché ho scelto Psicologia avevo scritto un post sul vecchio blog, ma vorrei scriverne uno nuovo anche su questo, perché è un argomento per me importante e credo anche interessante per chi volesse riflettere sulla scelta universitaria, o semplicemente conoscermi meglio. Ad ogni modo il tema di oggi sarà il percorso per diventare psicologo: parlerò dei vari step obbligatori e della durata. In genere le persone cui parlo di questo argomento rimangono quasi allibite, perché non hanno idea di quanto tempo e sacrifici servano per raggiungere questo obiettivo e un po’ li capisco, visto che, purtroppo, è una professione che non sempre viene trattata con i guanti bianchi. Ad ogni modo, prima di continuare a sproloquiare, vi lascio una infografica esemplificativa che ho redatto io con il software Canva (avviso: non funziona sul browser Opera):
Visto? Siete rimasti stupiti anche voi?
Passiamo all’approfondimento dei vari step:
LAUREA TRIENNALE: la laurea in Psicologia segue l’ordinamento 3+2, perciò per prima cosa bisogna conseguire una laurea di tre anni, tre anni in cui l’università cerca di insegnare tutte le basi teoriche necessarie per proseguire con il percorso. Ci sono diversi tipi di triennali, una delle più gettonate (e quella che io frequento) è “Scienze e Tecniche Psicologiche” perché ha un impianto più generale rispetto ad altre triennali che vertono già maggiormente verso la Psicologia dello Sviluppo (solo per fare un esempio). Se ai tempi della mia iscrizione (giuro, non molto tempo fa!) ogni ateneo era libero di offrire un proprio piano di studi diversificato (pur rimanendo a insegnare le materie utili per il percorso) da qualche tempo il piano di studi è stato uniformato a livello nazionale, per cui chi volesse scegliere questo percorso, è senz’altro più libero di sceglierlo in base ad altri criteri, quali: economico, prestigio dell’ateneo e dei docenti, vicinanza/lontananza da casa, città in cui si vorrebbe vivere, ecc… (che, fidatevi, non sono criteri affatto da sottovalutare!). In generale nei tre anni si studiano: Psicologia Generale, Fondamenti Biogenetici, Psicobiologia, Psicologia Sociale, Psicologia dello Sviluppo, Psicologia del Lavoro, Psicologia Clinica, Psicologia Dinamica, Fisiologia, Neuropsicofarmacologia, Psichiatria, Filosofia, Inglese, Informatica e alcuni esami a scelta (da considerare che alcuni esami sono doppi). Se qualcuno avesse interesse, potrei pensare di redigere un post per spiegare di cosa tratta ogni singola materia. Alla fine del percorso, si deve redigere una tesi di laurea (ma in genere non si discute).
LAUREA MAGISTRALE: la cosiddetta “specialistica” perché è una specializzazione teorico/pratica del percorso, infatti è lo studente a scegliere in cosa specializzarsi. Beninteso che dopo l’esame di Stato si è tutti psicologi, senza ulteriori titoli (non esiste a livello legale lo “psicologo del lavoro”), è però importante trovare l’area di studi a sé più congeniale (anche perché poi ci si dovrebbe lavorare!). Come ho specificato, ci sono 5 aree principali di scelta (anche se alcuni atenei propongono corsi che sembrano “misti”, per esempio: “Psicologia Clinica dello Sviluppo”, ecc…): Psicologia Clinica, Psicologia Cognitiva, Psicologia dello Sviluppo, Psicologia Sociale (detta, a volte, dei Gruppi o dei Gruppi e delle Comunità), Psicologia del Lavoro e Neuroscienze. So che in alcuni atenei sono tenuti anche CdL in inglese (ottima opportunità lavorativa per chi vorrebbe andare all’estero, cosa non facile, ma sicuramente appagante… anche se c’è da tener presente che, spesso, i nostri titoli non sono riconosciuti tal quali, ne parlerò in un altro post!). Qui vale tantissimo la scelta del piano di studi (che è diverso in base all’ateneo). Alla fine del percorso si redige una tesi. E si discute.
TIROCINIO: è una delle esperienze più formative che l’aspirante psicologo si troverà a svolgere ed è determinante perché è il suo primo ufficiale contatto con il “lavoro vero”. Si può svolgere in strutture convenzionate con l’università o richiederne la convenzione. A titolo esemplificativo, in genere sono convenzionate le Asl, comunità per ragazzi in difficoltà, associazioni che si occupano di psicologia in diversi ambiti, strutture per disabili, per anziani, ecc…
ESAME DI STATO: consta di 4 prove: Tema, Progetto, Caso Clinico e Orale. Si svolge in università ed è diverso per ogni sede.
ISCRIZIONE ALL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI: gli ordini degli psicologi sono regionali, puoi iscriverti all’ordine che preferisci, ma è preferibile l’ordine della regione in cui risiedi (ovviamente).
SCUOLA DI PSICOTERAPIA: ad oggi si dibatte sulla necessità o meno di scegliere una scuola di psicoterapia per esercitare la professione di psicologo. Di certo la scuola è necessaria per lavorare nel pubblico. La psicoterapia è una tecnica che possono usare solo gli psicoterapeuti (che possono essere psicologi o medici, psichiatri) e che per essere imparata e utilizzata ha bisogno della frequenza di una scuola, che in media dura 4 anni, può essere pubblica (ma ha pochissimi posti) o privata (in ogni caso è abbastanza cara) e che può essere di diversi approcci: psicoanalitico, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, bioenergetico, ecc…
N.B. il paziente può chiedere al proprio terapeuta di quale orientamento è!
E poi… la formazione continua: convegni, seminari, libri e articoli da leggere e lo sviluppo di tante skills utilissime per la professione e che non si imparano sui libri.
Facciamo due conti: 3+2+1+ *tempo non quantificabile* +4 = 10 anni (per difetto)… se tutto va bene! (Diciamo che, comunque, al minimo, cioè senza la scuola… sono 6. Comunque non pochini!)
Vuoi cominciare e hai dei dubbi? Puoi contattarmi all’indirizzo mail: lopsicotaccuino@gmail.com.
Ringraziando gli impavidi che hanno letto il post fino alla fine (per voi le 3 tips utili dopo i saluti), vi chiedo di comunicarmi le vostre impressioni con un commento: vi piacerebbe studiare Psicologia? Se sì, perché? Vi piace l’infografica? Cosa potrei migliorare? Grazie!
A presto,
Laura.
Tips n°1: vuoi testare il tuo interesse per gli argomenti psicologici? Leggi qualche rivista di Psicologia. Tra le riviste divulgative di Psicologia più famose in Italia ci sono: Mente e Cervello (Psicologia + Psicobiologia), Psicologia Contemporanea (un panorama generale della psicologia italiana) e Riza Psicosomatica (diretta dal dott. Raffaele Morelli – psichiatra). Le mie preferite sono le prime due!;
Tips n°2: se ne hai la possibilità frequenta i corsi e prendi appunti, da studentessa che ha provato sia la vita da frequentante che quella da non frequentante, ti dico… non c’è paragone! Puoi anche farti passare gli appunti o le registrazioni dai tuoi compagni di corso (rimani in contatto con loro tramite i gruppi Facebook di ateneo);
Tips n°3: inizia a studiare appena iniziano i corsi, così avrai il tempo di cucirti addosso un metodo di studio adatto al tuo percorso universitario. Purtroppo sarà molto difficile che tu riesca a usare lo stesso che hai utilizzato fino alle scuole superiori! Se ti interessa un post sul metodo di studio, dimmelo con un commento!